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2 Agosto 2020
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
(Anno A)
Vorrei avere il trasporto di quelle folle che restarono fino al
tramonto a nutrirsi di ogni parola che usciva dal Rabbì di Nazareth.
Parole che curano la vita e la rimettono in piedi. Parole che hanno la forza del pane e
perciò nutrono e vanno vivere.
Vorrei avere la fede della
folla che con tutti i suoi limiti comunque Lo segue. E vedere come loro ciò che i loro occhi hanno
visto: la compassione di Dio all'opera. Non un sentimento vago ma una scelta di campo, il modo più
intenso per vedere di che pasta è fatto Dio. In troppi nel periodo pandemico abbiamo offerto
fotografie malsane di dio... Un dio punitore, autore del coronavirus, quasi sadico. Narrazioni
infelici di Dio che non trovano corrispettivi nel Vangelo e nel Magistero della Chiesa.
Come ieri anche oggi siamo invitati da discepoli a far nostra la logica
di Gesù. A non mandare via nessuno, ad accogliere, a farsi prossimo, a benedire la vita e a
con-dividerla con tutti, specie con chi fa più fatica.
Di
questi 5pani&2pesci sono stato sempre innamorato. Sono il sacramento di ciò che siamo e di ciò
che abbiamo. Un quasi nulla. Eppure Dio ne ha bisogno per moltiplicare e dividere per
tutti.
È il miracolo più grande, l'atto di fede-speranza e
carità più prezioso: tirarsi fuori dai piccoli grandi calcoli e rendersi parte di una compassione
che deve assumere forme storiche e concrete, che renda palpabile questo Dio amante della
vita.
Ancora oggi molti sono senza pane. Nessuno giochi con
la sorte dei più poveri. Pseudo benefattori non provino a ingannare chi fatica a vivere. Questa
responsabilità è collettiva e non va rimossa dal nostro cammino credente.
Buona domenica a tutti!!!
Don Vito
