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'Misericordia io voglio e non sacrifici' (Mt
9,13)
Le opere di misericordia nel cammino giubilare
Ci introduciamo nel tempo favorevole della Quaresima con alcune riflessioni
tratte dal Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2016
Nella Bolla d’indizione del Giubileo ho rivolto l’invito affinché «la Quaresima di
quest’anno giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la
misericordia di Dio». La misericordia di Dio è infatti un annuncio al mondo: ma di tale annuncio
ogni cristiano è chiamato a fare esperienza in prima persona.
Il mistero della misericordia divina si svela nel corso della storia dell’alleanza tra Dio e
il suo popolo Israele. Dio, infatti, si mostra sempre ricco di misericordia, pronto in ogni
circostanza a riversare sul suo popolo una tenerezza e una compassione viscerali, soprattutto nei
momenti più drammatici quando l’infedeltà spezza il legame del Patto e l’alleanza richiede di essere
ratificata in modo più stabile nella giustizia e nella verità. Siamo qui di fronte ad un vero e
proprio dramma d’amore, nel quale Dio gioca il ruolo di padre e di marito tradito, mentre Israele
gioca quello di figlio/figlia e di sposa infedeli.
Questo dramma d’amore raggiunge il suo vertice nel Figlio fatto uomo. In Lui Dio riversa la
sua misericordia senza limiti fino al punto da farne la «Misericordia incarnata». La Misericordia
allora «esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per
ravvedersi, convertirsi e credere» (Misericordiae Vultus, 21), ristabilendo proprio così la relazione con Lui. E in Gesù crocifisso Dio arriva fino a
voler raggiungere il peccatore nella sua più estrema lontananza, proprio là dove egli si è perduto
ed allontanato da Lui. La misericordia di Dio trasforma il cuore dell’uomo e gli fa sperimentare un
amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia. È un miracolo sempre nuovo che la
misericordia divina si possa irradiare nella vita di ciascuno di noi, motivandoci all’amore del
prossimo e animando quelle che la tradizione della Chiesa chiama le opere di misericordia corporale
e spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani,
destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati:
nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo. Perciò ho auspicato «che il popolo cristiano rifletta
durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporali e spirituali. Per tutti, la Quaresima di
questo Anno Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria
alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante
quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi di essere nutriti,
vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire,
pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle
spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel misero la carne di Gesù
crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero
mendicante. Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione!
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