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BUON SALTO. BUONA PASQUA

Di seguito gli auguri del nostro Parroco-Rettore don Vito Piccinonna per tutti i pellegrini e gli amici del Santuario, che potete leggere sul prossimo numero de 'L'Eco dei santi Medici' che in questi giorni sta arrivando nelle vostre case.


Buona Pasqua!

Buon “salto” a tutti!


Pasqua. Salto!
Sin dai primi anni di catechismo la Pasqua l’abbiamo associata al “passaggio”. Era una notte di Pesach, infatti, quando Mosè, intorno al 1250 a.C., realizzò la liberazione degli Israeliti. In quella notte l’angelo sterminatore avrebbe ucciso i figli degli egiziani, mentre scorgendo i segni rossi di sangue sugli stipiti delle porte, avrebbe “saltato” (pesach) le case degli ebrei, del popolo prescelto, risparmiando i loro figli.
Pasqua, quindi, non è solo “passaggio”. È anche “salto”!
Desidero, allora, farmi accompagnare da questa particolare suggestione linguistica per rivolgermi a voi, cari lettori dell’Eco; a voi cari pellegrini, amici dei Santi Medici Cosma e Damiano venerati nel nostro Santuario bitontino, e così farmi vicino a ciascuno di voi per augurare in questa festa di Pasqua “buon salto!”.
Sì, occorre un salto, quasi un colpo d’ali, che ci faccia esistere e resistere in una realtà così complessa e poliedrica come quella che stiamo vivendo in questo tempo. Le domande sul senso della vita si fanno sempre più fitte e ingarbugliate. Perché vivere? Come vivere? Interrogativi che stanno a cuore ai singoli e alle famiglie che oggi, più che mai, si trovano nella condizione di “stringere la cinghia”, sperando di far fronte “alla men peggio” alle esigenze quotidiane primarie quali il cibo, la salute, lo studio dei figli.
Nel 2015 Amnesty International ha registrato e indagato violazioni dei diritti umani in 160 paesi e territori del mondo. In alcuni di questi si registrano significativi progressi, ma ancora molti uomini, donne e intere comunità continuano a essere violate nei diritti fondamentali.
Almeno 113 paesi, infatti, hanno imposto arbitrarie restrizioni alla libertà di espressione e di stampa; più di 60 milioni di persone nel mondo sono state allontanate dalle loro abitazioni; 30 o più stati hanno illegalmente costretto i rifugiati a tornare nei luoghi di provenienza, in estremo pericolo; numerosi gruppi armati hanno commesso violazioni dei diritti umani in almeno 36 paesi; 156 difensori dei diritti umani fondamentali sono morti in detenzione o sono stati uccisi; in 61 paesi hanno fatto l’esperienza del carcere gli obiettori di coscienza (persone che esercitavano i loro diritti e le loro libertà); 122 paesi continuano a praticare la tortura come deterrente per quanti osano dissentire dalle decisioni di governi totalitari; crimini di guerra o altre violazioni delle “leggi di guerra” sono stati compiuti in almeno 19 paesi; non meno di 88 nazioni hanno condotto processi iniqui (cfr Rapporto Amnesty International 2015-2016).
Certo, i numeri presentano una situazione tutt’altro che rosea, che non dovrebbe lasciar tranquillo nessuno, tanto meno la politica, il più delle volte occupata in beghe e interessi lontani dal popolo e per nulla attenta ai problemi fondamentali della gente che “tira a campare”. Per non parlare delle speranze dei giovani, che oggi faticano a guardare al proprio futuro, a realizzare il proprio progetto di vita. Ma mentre abitiamo questa contraddizione, diventa quanto mai necessario osare “il salto”. A noi credenti il compito di “stare dentro” la vita, di “stare in mezzo” alle gioie, alle speranze e alle difficoltà di tutti, ciascuno per la sua parte. Colui che nella Passione abbiamo contemplato discendere “fino agli inferi”, chiede anche a noi di attraversare le vie delle nostre città mettendo da parte l’indifferenza e facendoci sempre più sensibili alle necessità dei più fragili e vulnerabili.
Comincia proprio nel sepolcro l’attesa dell’evento che ha cambiato la storia dell’umanità intera. Lì dove tutto sembrava giunto alla fine, proprio lì comincia un’alba nuova perché “la morte è stata ingoiata per la vittoria” (san Paolo in 1Cor 15,54).
Questa certezza sostenga il nostro impegno, il nostro sguardo. Nonostante tutto. Nonostante i tanti segni di cronaca che sembrano affondare la Speranza.
Se i Santi sono icona di una Pasqua riuscita, non solo nella liturgia ma soprattutto nella vita, seguiamo la loro testimonianza che ci parla di “salti” mirabili, e invochiamo la loro intercessione perché il Signore Risorto ci sproni, oggi più che mai, a compiere scelte alte e altre nella nostra vita, magari facendoci anche coraggiosi allenatori di Speranza.
Come papa Francesco. Perché il Vangelo non può essere messo a tacere. Altrimenti “griderebbero le pietre”. Pure questa è Misericordia!
Buona Pasqua! Buon Salto a tutti!!!

Vostro, don Vito
Parroco Rettore Santuario Santi Medici - Bitonto