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  • Santuario, Parrocchia

IL PENSIERO SUL VANGELO FESTIVO

10 Aprile  2016

Terza Domenica di Pasqua



Si manifesta ancora sulle rive del lago di Tiberiade in mezzo ad una comunità "spatriata". Continua a prendersi cura di loro. Si rende presente nei loro fallimenti e nelle loro reti vuote. Con Lui viene l'alba. Sempre. Con Lui la notte diviene giorno. Una parola nuova invita all'obbedienza. E il miracolo non sono tanto le reti stracolme di pesci ma il cuore disposto a ricominciare, la vita pronta a fidarsi di nuovo. Quella fiducia é vincente. 
Li invita a mangiare non solo per aiutarli a constatare che non é un fantasma ma perché Egli continua nel tempo l'opera di cura e di premura nei confronti dei Suoi.
E poi viene da Pietro e gli fa l'interrogazione dell'amore. Non chiede al primo papa le sue capacità manageriali-organizzative. Deve affidare le pecore e gli agnelli. Appartengono a Lui. Lui solo é il buon pastore. E interroga sull'amore per evitare che nessuno sia mai un mestierante con le Sue pecore. "Mi ami più di tutti?" 
E il primo dei discepoli ama, ma il suo amore conosce pure il tradimento e il rinnegamento. Non é forte. "Ti voglio bene" Gli risponde. Pietro riconosce di non avere a disposizione un amore folle come magari avrebbe voluto. Il Cristo non se ne meraviglia. Sembra dirgli ok, ora prendi questo amore per me e fallo crescere. E gli dice ora la prima parola detta anni prima "Seguimi". Imbarazzante ma vero. E pazienza per l'imbarazzo. Meglio la verità. Seguimi. Non smettere di venirmi dietro. Lasciati ancora attrarre. E per Pietro pascere le pecore di Cristo equivarrà a soffrire per esse, fino al dono totale di sé.
Non sono i grandi compiti a darci un cuore grande. Occorre un cuore grande per ripartire, per superare la notte e per prendersi cura di chi ci viene affidato. Senza potenza o prepotenza ma con l'umile riconoscimento della propria pochezza che messa nelle mani di Dio può fare miracoli per sé e per gli altri.

Buona domenica a tutti!

don Vito