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10 Luglio 2016
XV Domenica del Tempo Ordinario
Lavorando un pò nell'ambito
caritativo confesso di essere nauseato da chi troppo facilmente si sente buon samaritano degli altri
magari accusando 'sacerdoti e leviti' perché non fanno nulla (leggi: non fanno ciò che faccio
io).
Leggo questa
parabola anzitutto indignandomi ogniqualvolta assomiglio al dottore della legge che pur conoscendo
le Scritture non ne ha capito l'anima, il fulcro, il centro: l'amore. Utilizza anzi anche la
Scrittura/la religione per non-amare.
Poi mi inchino dinanzi a Colui che é il buon Samaritano (senza dirlo!) e che
infinite volte é passato, passa e, sono certo, passerà davanti a me e mi rialzerà. Farà spreco con
olio e vino, mi consolerà, soprattutto non passerà oltre. Pagherà di tasca sua, ci rimetterà con me
purché io sia rimesso in piedi e magari a mia volta diventi capace di vincere indifferenza e
insensibilità (anche verso sacerdoti/leviti/dottori della legge) e fermandomi dinanzi ai miei simili
possa fare anch'io spreco dell'olio della consolazione e del vino della speranza, come canta la
Liturgia.
Non si tratta di essere 'di
frontiera' o 'di strada'. Si tratta di essere uomini o di non esserlo proprio. Di esistere o meno.
Senza far parlare di noi.
É soprattutto un compito di RESTITUZIONE !!! ho ricevuto molto posso/devo dare
altrettanto. Ho sperimentato cosa significhi essere rialzato da terra, non posso lasciare a terra
altri simili.
Concludo. Quel Samaritano non aiuta 10/100/1000 persone. Una! Se facessimo come Lui almeno
con una persona...il mondo sarebbe diverso!
Buona domenica !!!
P.S.: Ti consiglio un bel libro per l'estate 'Amare' di Turoldo (opp. 'Anche Dio e' infelice' sempre di Turoldo) col commento più bello di questa parabola.