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Ammetto di non avere nè l'umiltà nè la falsa umiltà. Perció mi conviene
mettermi sempre in ascolto di questa parola del Maestro, l'unico che l'ha vissuta da Betlemme a
Gerusalemme, passando per i trent'anni di Nazareth.
Mi
sono chiesto spesso cos'è questo 'ultimo posto'. Provo a capire che si tratti del posto che
'occupiamo' (a proposito anche una rivisitazione terminologica ci andrebbe proprio bene visto che si
parla ancora in ambito ecclesiastico di 'presa di possesso', ecc ecc). L'ultimo posto è quello che
ti trovi a vivere se lo vivi alla maniera di Gesú. Ma questa 'scelta' dice un modo di
intendere la vita. Non é fine a se stessa. É un modo per dare la vita! Se non fosse questo il
fine non servirebbe a nulla occupare l'ultimo posto. Sarebbe addirittura ridicolo.
I rabbini parlando della creazione dicono che Dio creando si sia
'contratto' per far spazio alla creazione, all'uomo. Sulla croce soprattutto questo 'ritrarsi'
assume il massimo grado. E Lui lo fa perchè l'uomo viva. Non per altro.
Alla logica del calcolo e del contraccambio il Maestro invita poi ad adottare la logica
della gratuitá. Invita chi non ha da restituirti, dice. Apri varchi di gratuitá, promuovi, metti
l'altro al centro. Fino a scomparire dalla scena.
Facciamo
memoria di quanti nella nostra vita ci hanno insegnato - senza parole! - cosa significhi tutto
questo. Le mamme in primis, i genitori, chiunque ama in pura perdita. Perchè ancora una volta è solo
e soltanto una questione di amore.
Buona domenica a tutti con un caro
pensiero alle vittime del terremoto, ai superstiti e a quanti si sforzano di essere (silenziosamente
ma realmente) solidali...